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Introduzione ai Padri della Chiesa (I)

Febbraio 10, 2021

Carissimi amici: Laudetur Iesus Christus!

Posso già immaginarmi alcune delle domande che affiorano alla vostra mente: chi sono in realtà i Padri? Perché questo termine? E, soprattutto (visto che il Magistero della Chiesa cita spesso i Padri e si appoggia sulla loro testimonianza per poter chiarire questioni di fede), da dove sgorga tale autorità? Che cosa fa di questi uomini, vissuti molti secoli fa, in un ambiente sociale e storico davvero diverso rispetto al nostro, autorevoli riferimenti anche normativi rispetto a questioni di fede? Detto in altre parole, non sarebbe più logico ricorrere alle testimonianze dei migliori nostri contemporanei, dei pastori di anime come pure dei padri e delle madri di famiglia che si trovano a vivere la loro fede cristiana di fronte alle sfide del terzo millennio?

Il senso comune ci suggerisce un’immediata risposta: “La storia è maestra”, per cui chi ci ha preceduti nel cammino di fede può essere per noi un buon punto di riferimento. Risposta vera, pero parziale, in quanto limitata al livello umano. Per uomini e donne in ricerca della Verità tutta intera non può essere sufficiente. Il Magistero stesso ci conduce per mano in questa ricerca, presentandoci il concetto di “Tradizione”, nella quale i Padri si inseriscono come solidi pilastri basilari. Chiarire il concetto di Tradizione, concetto chiave per il mondo cattolico, significa chiarire il ruolo dei Padri.

Infatti, se non riduciamo la Tradizione alla ripetizione di modelli passati facendone un blocco monolitico e fisso, ma la accogliamo come “trasmissione viva, compiuta nello Spirito Santo” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 78) e che progredisce e si sviluppa con l'avanzare della storia, per cui “la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che crede” (Concilio Vaticano II. Costituzione dogmatica “Dei Verbum” sulla divina rivelazione, n° 8), ecco che i Padri diventano una presenza rassicurante e orientatrice per la nostra fede, in quanto sono coloro che hanno avuto la possibilità di vivere, pregare, studiare e meditare negli albori del Cristianesimo le verità di fede sgorganti dalla Parola di Dio, avendo incluso potuto, alcuni di loro, dialogare con gli Apostoli stessi.

         La Chiesa ha sempre avuto la viva coscienza che nei Padri vi è qualcosa di singolare, di irripetibile e di perennemente valido, che continua a vivere e che resiste alla fugacità del tempo. Sentiamo a tale proposito il Beato Giovanni Paolo II: “Della vita attinta ai suoi Padri la Chiesa ancora oggi vive; sulle strutture poste dai suoi primi costruttori ancora oggi viene edificata, nella gioia e nella pena del suo cammino e del suo travaglio quotidiano. (…). I Padri sono una struttura stabile della Chiesa, e per la Chiesa di tutti i secoli adempiono a una funzione perenne. Cosicché ogni annuncio e magistero successivo, se vuole essere autentico, deve confrontarsi con il loro annuncio e il loro magistero; ogni carisma e ogni ministero deve attingere alla sorgente vitale della loro paternità e ogni pietra nuova aggiunta all'edificio (cfr. Ef 2, 21)... deve collocarsi nelle strutture già da loro poste, e con esse saldarsi e connettersi” (Giovanni Paolo II. Lettera Apostolica “Patres Ecclesiae”, 2 gennaio 1980, n° 1).

Lo stesso Giovanni Paolo II ebbe modo di sottolineare più volte come nei primi secoli di vita della Chiesa lo Spirito Santo, attraverso la meditazione esperienziale dei “Padri”, operò grandi meraviglie, iniziando a sgomitolare quell’armonico insieme di verità esplicitamente e implicitamente presenti nella Parola di Dio, consegnataci dalla Trasmissione scritta e orale.