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Introduzione ai Padri della Chiesa (II)

Febbraio 12, 2021

Carissimi amici:

Laudetur Iesus Christus!

Nello scorso articolo abbiamo sottolineato uno degli aspetti che mostrano la grandezza dei Padri: essi sono testimoni e garanti dell’autentica “Tradizione cattolica” (termine il cui senso abbiamo cercato di chiarire), e quindi la loro autorità nelle questioni teologiche è stata, è e rimarrà sempre un punto fondamentale di riferimento per la Chiesa.

Nel corso della sua storia, la Chiesa non si è mai stancata di compiere fedelmente il mandato del Signore di andare “a fare discepoli tutti i popoli (...) insegnando loro a osservare tutto ció che vi ho comandato” (Mt 28, 20). Tale mandato si realizza con lo sforzo compiuto, alla luce dello Spirito Santo, per chiarire e difendere le verità (“tutto ció che vi ho comandato”) che Cristo (Via, Verità e Vita) le ha consegnato affinché, vivendole e insegnandole, le custodissero. I Padri, in questo delicato impegno della Chiesa di custodire il deposito della fede, hanno rappresentato sempre un punto basico di riferimento.

Il Magistero della Chiesa, laddove sia stato necessario illuminare o approfondire una verità di fede o denunziare le deviazioni di determinate correnti di pensiero, si è sempre richiamato a loro, ai Padri, quali garanti della verità.

Mi preme insistere su quanto appena affermato, chiarendo che i due aspetti presentati, ossia l’illuminazione o approfondimento della verità e la sua difesa, sono due facce della stessa medaglia che si chiariscono vicendevolmente. Nel corso della sua storia, la Chiesa ha sempre dovuto affrontare dei detrattori che hanno voluto soffermarsi criticamente solo sul secondo aspetto, puntando il dito esclusivamente sul suo sforzo inquisitore. Questo atteggiamento critico oscura il fatto che la difesa sia un’automatica conseguenza (ripeto: conseguenza) della meravigliosa dinamica evolutiva della Verità che, in quanto tale, si impone come la luce del sole, in forza proprio del suo essere eternamente vera, sopravvivendo alle nebulose mode e alle arbitrarie interpretazioni.

Nell’analisi dello sviluppo storico del dogma -ossia di come le verità che costituiscono la colonna dorsale della nostra fede vengono sempre meglio conosciute-, è sempre importante saper distinguere i metodi usati (figli del tempo e condizionati da tanti fattori, molti dei quali ci sfuggono) dalle verità in gioco.

In questo delicato impegno il Magistero della Chiesa ha trovato sempre valido appoggio nella dottrina e nella testimonianza di vita dei Padri.

Possiamo quindi dire che i Padri rappresentano la voce autorevole della Chiesa, perché "per opera di questi piantatori, innaffiatori, edificatori, pastori, nutritori, la Santa Chiesa è cresciuta dopo gli Apostoli" (Sant’Agostino. Contra Iulianum, II 10,37). I Padri ci insegnano come crescere nella conoscenza della fede: "Hanno insegnato alla Chiesa quello che a loro volta hanno imparato in essa" (Sant’Agostino. Contra Iulianum opus imperfectum, I,117), in modo tale che quanto impararono, lo insegnarono; quello che dai loro padri ricevettero, lo trasmisero ai loro figli, ma sempre basati nella Scrittura e non in filosofie umane.

Chiarito questo importante aspetto, ci chiediamo adesso quali siano i limiti cronologici del periodo patristico.

È ormai generalmente accordato che l’epoca dei Padri si estende dal I secolo fino all’VIII,  prendendo come limiti -per l’Occidente- San Gregorio Magno († 604) e San Isidoro di Siviglia († 636), e -per l’Oriente- San Giovanni Damasceno († 749).

San Vincenzo di Lérins, seguendo Sant’Agostino, sviluppò i criteri necessari per poter attribuire il titolo di Padre della Chiesa.

Melchiorre Cano (De locis theologicis, 1563) afferma che la Chiesa riconosce come Padre lo scrittore “di quel tempo (antico)” che abbia perseverato nella dottrina ortodossa e possieda la fama di santità di vita.

Possiamo quindi individuare le 4 note caratterizzanti un Padre della Chiesa:

+ Ortodossia: una comunione di dottrina con la Chiesa, almeno globalmente.

+ Santità di vita: una vita conforme al Vangelo e una testimonianza di vita coerente con l’insegnamento.

+ Approvazione della Chiesa: un’approvazione non necessariamente formale, ma tale che si manifesti almeno -per esempio- nelle citazioni, anche indirette, e nelle allusioni al pensiero dell’autore da parte del Magistero della Chiesa.

+ Antichità: risalente, come detto, al periodo che va dal I all’VIII secolo.

Sin dal tempo di Papa Bonifacio VIII (+1298), si individua in San Gregorio Magno, Sant’Ambrogio, San Girolamo e Sant’Agostino i grandi Padri della Chiesa di Occidente; e in Sant’Atanasio, San Basilio, San Gregorio di Nazianzo e San Giovanni Crisostomo i grandi Padri della Chiesa d’Oriente.

Dal prossimo articolo inizieremo a conoscerli uno ad uno.